RAFFAELLA LAEZZA ARCHITECTURE ITALY
ADJUNCT PROFESSOR + SCIENTIFIC DIRECTOR OF 2 LEVEL MASTER

UNIVERSITY
RESEARCH

a.a. 2000-2022

UNIVERSITA’ IUAV DI VENEZIA

a.a. 2022-2023

UNIVERSITA’ IUAV DI VENEZIA

MASTER SECONDO LIVELLO

“TEMPORARY CIRCULAR ARCHITECTURE”

RESPONSABILE SCIENTIFICO E DOCENTE DI ECO GENERATIVE ARCHITECTURE

a.a.2021-2022

IUAV

WORKSHOP

“ACQUAVEGETALEPIETRA PAVILION”

CIRCULAR ARCHITECTURE EXPERIENCE

|student works

2021-2022

NAU

NATURE ARCHITECTURE UNIVERSITY

PLATFORM FOR A NEW UNIVERSITY

CA’ BALBI VALIER VENEZIA

CONCEPT NAU + EXHIBITION ARCHITECTURE

I 6 CORSI DI NAU DEL PRIMO ANNO ACCADEMICO

“La scuola serve a migliorare il Mondo”.

NAU fonda il suo insegnamento analizzando scientificamente i principi genetico geometrici delle manifestazioni di Natura. Ne spinge a disvelare i principi compositivi, geometrici, strutturali, materici, energetici, modulari, comunicativi, nella sintesi di un’architettura dal lessico di internazionale condivisione, ma espressione sempre unica e peculiare di uno specifico microclima biologico di quel momento, in quel luogo. Chains developer, architetti che traghettano la Natura dalla ricerca sostenibile embrionale al progetto costruito: NAU è connessione tra quell’industria che si dota di laboratorio di ricerca ed investe in nuove filiere sostenibili ed il progetto integrato di eccellenza architettonica.

Tra le stanze di Cà Balbi Valier è in atto una riverberazione di tale intento e la mostra si chiama “Germinazioni”; il vuoto del palazzo si riempie della luce tutta speciale di NAU.Secondo le leggi biologiche di Natura, negli interni veneziani di Ca’Balbi Valier si articola la spazialità di un nuovo tipo di formazione universitaria, che crea un architetto le cui basi culturali, scientifiche e metodologiche lo portino ad interagire in piena consapevolezza nella progettazione integrata sostenibile. L’architettura diviene sviluppatrice e utilizzatrice delle filiere dell’economia circolare, concretizzandone le premesse in ogni ambito del progetto.L’Architettura diviene virtuosa sintesi tra regola di Natura e ricerca scientifica, rinnovandone l’antico sodalizio che fu anche per Leonardo Da Vinci.

Cinque stanze del secondo piano del palazzo Ca’ Balbi Valer coincidono con le aule dei cinque anni accademici previsti, il salone passante ne diviene l’Aula Magna, gli spazi di risulta le aule dedicate allo studio dell’energia, dal carbon fossile, all’idrogeno. L’aula maquette ospiterà un plastico degli studenti dell’Università degli Studi di Padova ICEA in scala 1:1 di DIAB MONOMATERIAL PAVILION_Silver Fir, un ulteriore risultato del metodo Eco generative Architecture, già sperimentato da un decennio nel master di secondo livello ora Temporary Circular architecture all’Università IUAV di Venezia.Tale metodo studia la natura al microscopio elettronico e ne estrae principi geometrici, costruttivi, spaziali. Silver Fir è monomaterico, privo di finiture, è costruito in PET riciclato/riciclabile.Usato come materiale d’anima delle pale eoliche;il Pet è qui presentato per la prima volta come elemento architettonico.Il padiglione bianco pulsa tra la geometria pura ed un immagine archetipa ma impersonale della materia: quasi effimero nell’apparire, diviene dunque vero manifesto per una nuova comunicazione, lontana dagli effetti ma saldamente sorretta da principi compositivi e di filiera tratti dalla Natura.

AULA 1/CORSI PRIMO ANNO History of architecture-Europe, Studio Eco Generative architecture 1, Fundamental of nature-space 1,Temporary circular architecture, Eco Material balance 1, Digital Programs1

AULA 2/CORSI SECONDO ANNO History of architecture-Asia, Studio Eco generative architecture 2, Fundamental of nature-space 2, Eco Material balance 2, Reduce Recycle Reuse, Digital programs 2

AULA 3/ CORSI TERZO ANNO History of architecture_America, Studio Eco generative architecture 3, Prototyping & Printing, Structure & Module, Plan & manage Circular architecture 1, Digital programs 3

AULA 4/CORSI QUARTO ANNO History of architecture_Oceania, Studio Eco generative architecture 4, Energy Light Space, Energy Sound Space, Structure & Bim engineering1, Strategies & Future Thinking

AULA 5/CORSI QUINTO ANNO History of architecture_Africa, Studio Eco generative architecture 5, Structure & Bim engineering 2, Plan & manage Circular architecture 2, Public speaking & Criticism, Digital Communication.

L’Aula magna, il salone passante esistente, porterà il segno di ulteriori germinazioni di parole generative di NAU con il suo NAU DICTIONARY posto su scarti di PET a terra. L’allestimento si radica principalmente sulla linea terra lasciando libero lo sguardo ed è costruito su un lettering sobrio e chiaro lasciando spazio all’immaginale del visitatore che è invitato a interagire con una propria visione di NAU.

da un’idea di nuova università di Raffaella Laezza

Ringraziamenti: Tai Sammartini e Famiglia

a.a.2010-22

UNIVERSITA’ IUAV DI VENEZIA

MASTER SECOND LEVEL

COURSE:

ECO GENERATIVE ARCHITECTURE

STUDIO OF ARCHITECTURAL DESIGN

CORSO DI ECO GENERATIVE ARCHITECTURE

AL MASTER IUAV

2011-2021

La natura vegetale, animale, minerale vista in micro_con il microscopio elettronico_ conduce all’analisi delle sue geometrie vettoriali, frattali, cartesiane per la costruzione di edifici ipertemporanei basati su una nuova modularità a cui la natura induce. E’ una natura vista in trasformazione, nel suo fattore tempo che porta ad architetture esse stesse in trasformazione ovvero a “living forms”, per questo riciclabili e step fondamentale nella fieliera dell’economia circolare. GENERATIVE PROCESS

2020-28-5

Cosentino Italia INVITATION

“UNA STANZA VEGETALE”

Intervista su interpretazione di

“Una stanza tutta per sé “

di Virginia Woolf

a.a. 2019-20

“VEGETAL_ING PAVILION”

ECO GENERATIVE ARCHITECTURE

Università IUAV Venezia

MASTER FIER& EVENTI_NATURE GENERATIVE TEMPORANEE

2020-16-05

Final Open Critic

a.a. 2018-19

UNIVERSITA’ DI PADOVA

DIPARTIMENTO ICEA _ INGEGNERIA CIVILE E AMBIENTALE

WORKSHOP

“DIAB PAVILION CIRCULAR EXPERIENCE “

STUDENTS WORK

AT

a.a.2017-18

Università IUAV- Venezia

Raffaella Laezza presenta :

Progetti di Master al Salone del Mobile di Milano 2018

Material Village-Smart City

Tema progettuale :”TIME PAVILION”

progetto per un padiglione per il PICCOLO TEATRO MILANO

PLANT OF ALOE
HUMAN BRIAN
MOSQUITO HEARTH​

a.a.2016-2017

“ALFABETO”

di Raffaella Laezza

DEL MASTER _ 2 livello_ “TOUCH FAIR ARCHITECTURE & EXHIBIT SPACE “_ UNIVERSITA’ IUAV_VENEZIA

A ARCHITETTURA

A come:

ARCHITETTURA

ARCHITECTURAL DESIGN

ARCHITECTURAL FAIR ADESIGN

ARCHITETTO

Quale è oggi la professione legata alla parola architettura?

Chi è oggi l’architetto? E perché ci poniamo questa domanda nelle aule del master Touch Fair Architecture & Exhibit Space?

E’ una professione veramente estinta o si sta trasformando e, nella sua trasformazione, si sta modificando geneticamente? Per sopravvivere?

Un punto è certo: poiché esistono ancora le facoltà di architettura il lavoro esiste. Ma, mentre fino al Novecento l’architetto era una figura onnivora che lavorava a tutte le scale e in tutti i settori, oggi, si è sempre più specializzata, come si evince dalle innumerevoli direzioni specialistiche universitarie.

C’è una cifra che contraddistingue l’architetto e che non muterà: la capacità che egli dovrebbe avere di dare centralità al progetto ovvero alla capacità visionaria di porre un edificio, un padiglione, una città, un dettaglio all’interno di una visione del mondo che lo potrà cambiare, migliorare. La visione, in architettura, non richiede solo la nostra conoscenza tecnica delle cose, la garanzia scientifica della sua realizzabilità, la sua potenzialità economica o la sua corrispondenza ai gusti del momento ma riguarda una ferrea, granitica, luminosa risposta alle esigenze del proprio tempo che contiene, attimo dopo attimo e, segretamente, le sue nuove necessità.

Per questo nei corsi di architectural design e di architectural fair design interni al master TFA&ES è data centralità all’aspetto creativo di ciascuno studente poiché e’ attraverso l’esercizio progettuale che si sviluppa la nostra idea di società, di corale necessità. Visione non significa astrazione dalla propria epoca o proiezione in avanti ma è visione di un oggi che contiene il futuro. Anche e soprattutto nell’architettura effimera, temporanea che sostanzia le lezioni del master è possibile esercitarsi poiché è l’architettura più velocemente realizzabile, tangibile.

Possiamo ricominciare a credere che l’architetto sia ancora portatore di un sapere visionario, di un “nuovo umanesimo”, per citare Cecil Balmond, indispensabile? Ecco perché è necessario fare un master: per credere anche a questo.

O vogliamo diventare eterni disegnatori negli studi di grandi star? schiavi del pensiero di grosse companies internazionali? Architettura dunque non è solo una risposta professionale ma è una risposta alla vita e al nostro ruolo di donare la nostra capacità di pensare.

D DESIGN

D come: DESIGN

DIDATTICA

Ricorre nell’alfabeto del master la lettera D per soffermarsi su uno dei punti focali del suo scopo: la cultura progettuale dell’architettura effimera.

E’ ormai consueto utilizzare in italiano la parola design ma, che significato ha nell’ambito culturale del Master TFA&ES?

La parola è usata in alcuni degli undici corsi del master: Lighting Design, Sound Design, Design della comunicazione, Architectural Design, Architectural Fair Design. L’accezione che più è pertinente è quella di Design come progetto laddove progetto deriva dal latino proiectum, proiettare, proiezione avanti. Si tratta di una proiezione dell’architettura nel suo costruito temporaneo. Il metodo parte dall’idea che il progetto d’architettura è un process scandito da steps definiti dai docenti nel laboratorio di Architectural Design. Il tema del laboratorio ogni anno è diverso. Nell’istante di consegna del progetto, nella giornata del Final Open Critic, a fine del primo semestre, si interrompe il process generalmente formato da 15-20 steps. Ogni masterista trova, all’interno di questi passaggi precisi del progetto, gli stessi passaggi che richiede un progetto per il futuro committente e, tramite il master, inizia a prendere consapevolezza della complessità e del nitore necessario per interloquire con la committenza. Il corsista, inoltre, trova nel process la chiarezza per potere sviluppare la propria capacità espressiva. Ogni steps ha un nome e il suo contenuto è legato alle materie degli undici corsi che coincidono con le materie necessarie per imparare a fornire un progetto completo di tutte le sfumature tecniche e linguistiche. I docenti delle rispettive materie conoscono il process dei masteristi e ricoprono il ruolo di “consulenti esperti”, osservatori critici di ciascun singolo progetto. La didattica quindi è al servizio della crescita dello studente verso un solido rapporto con la propria crescita culturale e con l’ambito lavorativo del dopo master.

Ogni anno viene assegnato un nuovo tema e per l’a.a. 2017-18 non è ancora definitivo: potrà essere un “Padiglione Invisibile” per Matera, Città della Cultura 2019 o un progetto per gli spazi effimeri del Teatro Piccolo di Milano. E’ certo che, fin dal primo giorno di lezione, il 27 ottobre 2017, il progetto parte e sarà linfa di ciascuna conferenza, incontro, visita. Design diviene così non solo un progetto di architettura ma il progetto stesso educativo dei dodici mesi di grande concentrazione, appassionata ricerca, da condividere con la nuova comunità del master. Ciò che in nuce governa questa didattica è che il singolo e ogni singolo progetto è condiviso con colleghi, esperti, grandi progettisti e protagonisti dell’architettura temporanea.

E EFFIMERO | NON EFFIMERO

E come:

Effimero |non Effimero

Effimera, temporanea è l’architettura di padiglioni, allestimenti per eventi culturali, sportivi, religiosi, dell’emergency, di shops nelle stazioni o negli spazi interstiziali delle metro.

Non effimero è il process di progettazione che conduce all’architettura effimera. Un metodo assai preciso è infatti insegnato al master affinchè si possa controllare ogni step di progettazione al fine di poterne poi utilizzare e riutilizzare ciascun contenuto. Dopo un’osservazione attenta dell’effimero in natura _la natura è in continua trasformazione ci racconta Goethe_ si tratta di creare un mapping dei suoi movimenti di crescita e sviluppo e riportarli al processo progettuale dell’architettura effimera. E’ un metodo che si avvale di una lettura in micro della natura e che espande la nostra conoscenza verso l’impensabile.

Il progetto non è previsione formale ma, all’inizio, ha la qualità di una ricerca, laboratoriale, interessantissima indagine, che è colma di stupore, sorprese. Se è necessaria un’ossatura metodologica al progetto delle architetture effimere ciò non toglie che il progettista non debba avvalersi della sua visione che, come un fisico, lo aiuterà a trovare l’impensato.

C’è uno step, in particolare, nel process progettuale che porta al pragmatismo costruttivo: quello della geometrizzazione dei vari moduli di costruzione che, come in natura, hanno infinite combinazioni. Per traslato, in architettura, gli stati aggregativi diversi conducono a molte ipotesi di progetto. Qui sta la ricchezza del metodo: con un solo modulo e molte combinazioni diverse possiamo riutilizzare i pezzi, smontarli e riposizionarli per altri volumi, funzioni, poiché sempre trasportabili, leggerissimi.

Se l’effimero conduce al non effimero e, viceversa, ecco il potenziale di questi studi che ci lasciano sperare in un metodo utilizzabile anche per l’architettura, quella della lunga durata, che il contemporaneo ancora ci chiede. Il non effimero metodologico è dunque la roccia su cui si radica l’architettura effimera ed è lo strumento che preserva la qualità della nostra cultura di architetti, ingegneri, visual artistists : non la deforma, riduce, annienta.